Il film Lanterna Verde è una merda.
La recensione potrebbe finire qui, e sarebbe un colpaccio, ma voglio almeno fare finta di fare le cose per bene. Il motivo per cui questo film, costato la bellezza di 150 milioni di dollari, fa così cagare, è che semplicemente non è cinema.
Diciamolo meglio (come ripete sempre il professor Alonge Senior): per fare un film (o qualsiasi altra cosa) serve un'idea. E l'idea non può essere: facciamo un film tratto da Lanterna Verde, dai! Le vicissitudini produttive parlano chiaro, prima doveva essere una commedia d'azione con Jack Black (!!!) poi hanno declinato l'offerta di dirigerlo centocinquantamila registi, poi un tizio ha scritto una trama che prevedeva la Justice League al completo (quegli stronzi della Marvel invece, per arrivare al film dei Vendicatori, ne hanno fatti 15 prima. Babbi, bastava chiamare Corey Reinolds (chi?) (appunto...)).
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Blake Lively, l'unica cosa bella
del film |
Finalmente una bella pensata, affidare la sceneggiatura a Greg Berlanti, Micheal Green, Marc Guggenheim e Micheal Goldenberg. Si sa che più si è più viene bello vero? Peccato che Omero sia morto, sennò... Comunque, il primo è uno che ha sempre scritto delle serie televisive una più melensa e patetica dell'altra, come Everwood, Brothers & Sisters, Eli Stone (e poi, rimanga fra noi, è pure gay!!!); il secondo è compare di vecchia data del primo, per cui oltre a quella bella sfilza di titoli aggiungete pure il vomitevole Heroes e lo stucchevole Smallville. Yum... cominciate a sentire il profumino? Goldenberg ha scritto il Peter Pan del 2003 e uno degli Harry Potter (quale? non sono tutti uguali?) e Guggenheim, oltre ad essere un famoso museo, è un altro dei collaboratori televisivi di Berlanti che da alcuni anni ha deciso di portare la sua insipienza nel mondo dei fumetti, scrivendo (male) Wolverine, Flash, Spider-man e Superman.
Geoff Johns invece, uno dei più dotati sceneggiatori di fumetti in circolazione, è stato invece limitato ad un ridicolo ruolo di produttore per questo film, vale a dire: leggete i titoli di coda, c'era anche lui, contenti?
Per farla breve, i quattro hanno scritto un'enorme cazzata, che un regista come Spielberg avrebbe bruciato ordinando di rifarla da capo, magari a uno capace. Invece a Martin Campbell, da onesto mestierante qual'è, è andata bene così. Perciò hanno preso il figo Reynolds e l'hanno buttato in un marasma di effetti digitali neanche tanto da buttare. E così sfumano 150 milioni di dollari (roba che in Italia ci giravano centocinquanta film) in un pastrocchio che sta floppando e che non sta piacendo a nessuno (nessuno che abbia i neuroni intendo, forse sollazzerebbe la vostra collezione di minerali).
Perciò, riassumendo, Lanterna Verde non è un esemplare di ciò che amiamo chiamare cinema. È un giocattolo stupido e rumoroso, irrispettoso del personaggio e degli spettatori. Rifugge a ciò, che da quando il Cinema esiste gli artisti provano a fare: veicolare qualcosa. Nella sua mediocrità rifugge alla peculiarità primaria che il Cinema si prefigge, che non è stupire con i pianisequenza, ma emozionare.
Così, vediamo cosa potreste fare invece di andare a vedere Lanterna Verde:
-dormire
-comprare un fumetto di Lanterna Verde e leggerlo. Vi assicuro che non è pericoloso. Magari questo.
-leggere tutti gli articoli di questo blog e farlo conoscere a tutti gli amici e ai parenti, compresa la zia concetta
-potreste smetterla di votare Berlusconi
e (ma solo per i residenti a Torino) potreste andare a vedere le retrospettive di Jarmusch e Almodovar, oppure, beneficiando del fatto che in Piemonte è presente una delle tre (-3-) sale che lo trasmettono, intercettare Singolarità di una ragazza bionda. Il penultimo film dell'ultracentenario Manoel De Oliveira.
Ora, se volete davvero leggere una buona recensione di Green Lantern, eccola qui.