"Credere che una cosa sia giusta, ma non credere che sia realizzabile, vuol dire non credere neppure che sia giusta."
(da La Cina è vicina)
Tanto per variare la programmazione, oggi davano Come farsi lasciare in 10 giorni. Vista la mia ormai perenne condizione di signorina (zitella), pensavo fosse un film di fantascienza. In realtà è solo l'ennesima sciocchezza (cazzata) che ruota attorno al misunderstanding, alla coincidenza e a tutte le assurdità che questa porta con sè. Forse dirò una banalità o un'eresia, ma la totalità dei film si basa sulla coincidenza, in fondo. E se non è un elemento fondamentale dell'intreccio, ne fa comunque parte. Senza coincidenze probabilmente ci sarebbero soltanto film dal finale aperto (spalancato) o documentari (che comunque secondo il mio professore non esistono). Il Cinema può mostrare qualsiasi aspetto della vita e può raccontare qualsiasi evento vi venga in mente, ma se c'è un qualcosa che non può (e forse non deve) fare, è rispettare il tempo e il ritmo della Realtà. Tralasciando il gusto del pubblico e altri aspetti commerciali che non conosco, nessuno reggerebbe i tempi della Vita Reale, in veste di spettatore. I silenzi che siamo abituati a sopportare quotidianamente, le attese e tutti i momenti insignificanti, sarebbero soltanto tempi morti da tagliare o da non riprendere affatto. Coincidenze o eventi improbabili secondo me sono Necessari, ma l'utilizzo che se ne fa determina anche il genere che verrà attribuito al film stesso. Basta un niente e da Giallo psicologico si passa alla Commedia erotica, insomma. Anche La Cina è vicina si basa sulle coincidenze. I personaggi si incontrano ovunque (pur non abitando a Morterone), i rapporti si incrociano, le gravidanze si duplicano, i rivoluzionari si dimezzano. Nonostante questo, nessuno* spettatore si alzerebbe in piedi durante la proiezione, urlando "sì, vabè, nella vita reale questo non succede".
*Sono esclusi i soggetti affetti da Sindrome di Tourette
A determinare questa differenza non è la verosimiglianza data alla situazione, ma quella data ai personaggi, alle loro emozioni e reazioni. Esistono registi (e scrittori) che sarebbero in grado di rendere verosimile anche un mondo fatto di Ricordi. Altri che invece non danno credibilità neanche alle immagini del mondo reale.
Nessuno si scandalizza se in 60 minuti vengono riassunti 60 anni di vita, forse perchè uscendo dalla sala ci si sente inconsciamente fortunati. Fortunati per il semplice fatto che anche le ore domenicali più noiose (come queste) non subiranno dei tagli in fase di montaggio.
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