La prima è questa: 128 battute, un concorso escogitato da la Feltrinelli e ormai giunto alla seconda edizione, che prevede il parlare (seriamente o ironicamente o come vi pare) di un libro o di un film in sole 128 battute, spazi inclusi. Se andate sul sito vi spiega tutto, è molto facile e pure divertente, e per partecipare c'è tempo fino al 25 febbraio. Un sacco insomma.
Potevo io non cimentarmi? Giammai, e ora posto qui le mie opere, così potete farvi un'idea di come funziona:
Philip è ancora a letto, ha fatto le ore piccole in giro per Los Angeles - Il Grande Sonno
Se Philip non si sbriga a salutare perderemo l’aereo - Il Lungo Addio
Signora Wertmüller qual’è il film che le piace di più? - Il dottor Stranamore, ovvero: come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba
Disneyland - Non è un paese per vecchi
Un uomo di mezz’età si addormenta in un bosco e fa diversi strani incubi con della gente morta - La Divina Commedia
Trasmissione serale con vari comici e cabarettisti a rotazione - Matrix
Ciò detto, veniamo alla seconda cosa. Sin da quando John Doe (il fumetto, e non quest'altra meravigliosa nozione) è tornato nelle edicole, mi balenava in mente di farci una recensione, perché è in assoluto (dopo Rat-Man beninteso) il miglior fumetto popolare italiano in circolazione, con buona pace di Tex, Dylan Dog e compagnia, che non vogliono rinnovarsi, mentre questo invece non ne ha paura, e lo dimostra ad ogni uscita. Se possedete un iPhone tra l'altro, potete scaricare l'applicazione "I Grandi Fumetti Aurea Editoriale" e di conseguenza il primo lontanissimo numero della serie, del tutto gratis. Così quando siete sul treno e non sapete cosa fare potete leggerlo, anche solo per fare un'esperienza (sì anch'io preferisco la carta, non inalberatevi). Comunque, non divaghiamo e ritorniamo all'incipit, e a questa fantomatica recensione.
Dato che di un unico episodio di una serie regolare non ci si può fidare, perché inevitabilmente non può dire molto sulla bellezza o meno dell'intera serie (a meno che a scrivere non sia Alan Moore, in quel caso sì, ma non divaghiamo, per Dio) ho ben pensato di aspettare quantomeno il terzo episodio prima di farla. Il numero in questione è uscito, e trovate la sua fantastica copertina qui accanto. Tra l'altro John in questo episodio si trova alle prese con Clint Eastwood, proprio lui sì, quindi è un fumetto altamente consigliato ai cinefili. Prima di pubblicarla qui però, ho provato a proporla ad un sito fumettistico ufficiale: Mangaforever, seguitissimo e riconosciuto (mica come quei blog che trovi in giro per la rete, come quel Club dei cuori solitari vattelapesca). Ed è stata accettata e pubblicata, perciò deduco che sia piaciuta e non giudicata così malaccio, e quindi eccola qui.
Un esperto del fumetto italiano come Michele Ginevra ha lasciato un commento e linkato l'intervento al suo blog. Fa una certa impressione vedere il proprio nome in fondo a un articolo che campeggia in modo ufficiale su un sito molto frequentato, fa effetto pensare a ciò che può passare nella testa dell'appassionato, o magari persino in quella degli autori che vi si imbattono per caso, fa un certo piacere sapere che il frutto delle proprie fatiche venga letto non solo da dieci persone (con tutto il rispetto e l'affetto), ma da migliaia e migliaia (non siamo proprio in pochi a leggere i "giornalini", ve l'assicuro).
Sono soddisfazioni.
Nessun commento:
Posta un commento