giovedì 27 gennaio 2011

Giorno della Memoria

"La scelta della data ricorda il 27 gennaio 1945 quando le truppe sovietiche dell'Armata Rossa, nel corso dell'offensiva in direzione di Berlino, arrivarono presso la città Polonia|polacca di Oświęcim maggiormente nota con il suo nome tedesco di Auschwitz, scoprendo il suo tristemente famoso campo di concentramento e liberandone i pochi superstiti. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l'orrore del genocidio nazista."

Ho sempre trovato "giorno della memoria" un bel nome per questa ricorrenza. Non compaiono le parole Guerra, Nazismo, Shoah, Morte... sappiamo tutti di cosa si parla, ma la giornata non è dedicata a questo, bensì alla memoria. Riflettendoci spicca una differenza, ovvero che non è importante quello che ha fatto un tizio con dei baffetti sottili, ciò che importa è ricordare che sia avvenuto. Sappiamo che in determinati luoghi, in un determinato lasso di tempo, a delle persone è stata fatta una determinata cosa, ricordiamocelo. Mi sta bene, ma così il significato ne esce un po' sacrificato. La memoria, in quanto tale, è un processo mentale che si estende molto oltre quello che è accaduto durante il Terzo Reich. Ognuno di noi, oltre a quello che ha letto sui libri di Storia, ha una sua personale traccia di ricordi legati a questo. Abbiamo i romanzi, le fotografie, in alcuni casi anche i fumetti (vedi Maus), abbiamo i film, quello di Benigni, quelli di Spielberg, di Polanski, gli ultimi usciti, i prossimi (è un argomento sempre molto fertile). Generalmente il primo che si vede nella vita si infila sottopelle e diventa il nostro ricordo. Io poi, nel mio caso, ho anche avuto mio nonno, fregato dall'armistizio e rinchiuso a Mauthausen. Ho i suoi ricordi, che filtrati attraverso i suoi racconti, sono diventati i miei.
Ma che ne è dei morti nei Gulag? Delle vittime delle altre guerre? Dei deportati a Guantanamo o negli altri "campi di concentramento" ancora fiorenti sparsi per il mondo, con una particolare rigogliosità in Medio Oriente? Che ne è di mia zia? In fondo è morta anche lei. Ci vorrebbero delle giornate della memoria anche per costoro. E perché non una per i morti di mafia? Per tutti quelli rimasti sotto le macerie dei terremoti, o affogati nell'acqua delle alluvioni? E per tutti i bambini che muoiono di fame e malattia? Forse se esistesse una giornata dedicata anche a questi ultimi, ne morirebbero molti di meno.
Ma il fatto qui non è che sia sbagliato ricordare una cosa invece di un'altra, la questione  è proprio il ricordo, che è una delle cose più importanti e complesse di ciò che fa parte dell'universo umano. Siano dolori o gioie, buoni o cattivi, falsati dal tempo o da esso cancellati. Stacchiamoci per un momento dal concreto, dalla Seconda Guerra Mondiale; ha senso celebrare il ricordo?
Alcuni sostengono che se teniamo ben presente questi errori del passato, questo orrore, non succederà più. Altri che sia doveroso farlo, per rispetto. Per quelli troppo coinvolti poi è semplicemente impossibile dimenticare. Ma sebbene l'intento sia nobile, non sono sicuro che con il passare del tempo ciò non risulterà inevitabile. Fra cinquanta o cento anni, quando la guerra sarà diventata un argomento troppo noioso e ritrito anche per fiction, film, libri e videogiochi, il 27 gennaio sarà ancora il giorno della memoria? Le nuove generazioni mi paiono poco attente alla storia, ai dettagli, all'importanza delle cose. La verità è che per ricordare bisogna impegnarsi.
I ricordi dolorosi sulla guerra stanno svanendo insieme a quelli che l'hanno combattuta. Una volta morti tutti i veterani, i giovani saranno liberi di dimenticare Hitler e la sua banda, per fare spazio nel cervello all'ultima puntata di Glee. E insieme con quelli svaniranno anche i più intimi e personali. Se il fidanzato ti lascia o la persona che conosci muore, sei destinato inevitabilmente a dimenticarlo. Perché la vita va avanti, e tutto funziona così. Arriva il giorno in cui smetti di provare dolore, o gioia, rispetto a quella cosa ormai lontana, tutto diventa vago, la memoria vacilla ed emergono solo più i contorni. E poi puf, perso per sempre nel limbo.
Affinché ciò non avvenga è necessario allenarsi, voler portare nel cuore e nel pensiero per sempre quel piccolo ricordo, proteggerlo dalle intemperie del tempo, ed affidargli sempre e comunque il peso dell'emozione. E non è detto che neanche in quel caso prima o poi non scompaia lo stesso, ma generalmente le nostre vite non sono tanto lunghe.
Però... però... vale davvero la pena di vivere così? Di faticare tanto per quel ricordo? Perché lottare tanto per tenerlo con sé? Non sarebbe più facile semplicemente lasciarlo andare quando arriva il momento? Non dico subito, perché brucia e fa male, ma quando si spegne, quando è pronto per lasciarti. 
Non lo so, forse sì, forse vale almeno la pena tentare. Perché arriva un certo punto in cui non hai più niente, se non i tuoi piccoli e fragili ricordi, e solo allora ti accorgi di quanto hai fatto bene a impegnarti per loro. Solo allora ti rendi conto di quanto fossero importanti.
E allora che la giornata della memoria sia davvero tale, che sia dedicata non soltanto ad un capitolo di Storia, ma a quella tutta intera, sia collettiva che personale. Prendiamoci almeno un giorno all'anno per le cose che ci sono passate attraverso, per quelle che non ritorneranno, per restituire loro un a briciola di quello che ci hanno dato. Per farle vivere ancora un pochino, coltivandole con cura. Finché sarà possibile.
Facciamolo per noi.

mercoledì 26 gennaio 2011

L'Ultimo Valzer

Due sono le grandi passioni di Martin Scorsese. La prima è ovviamente il Cinema, senza il quale probabilmente non potrebbe respirare, e la seconda è la Musica, senza la quale probabilmente non potrebbe divertirsi. Ed è fin dagli inizi della sua pluridecennale carriera che tenta in qualche modo di unirle, spingendosi persino a realizzare un videoclip. Ma sebbene di musicisti, concerti e show businnes abbia provato a parlare anche in ambito di fiction (New York, New York) è con il documentario che si è espresso al meglio, raggiungendo altissimi risultati. Una cosa che in fondo non deve stupire, perché quella di documentarista è un'attività che il regista italoamericano ha sempre coltivato e condotto in parallelo negli anni, senza mai trascurarla. E in questa sua più riservata diramazione autoriale spicca un filone, quello del documentario musicale, che proprio ne L'ultimo Valzer ha il suo primo e illustre esponente nel 1978. Da questa esperienza fondamentale fioriranno in anni recenti l'infinito (208 minuti) No Direction Home: Bob Dylan, che ripercorre i folgoranti anni '60 del menestrello di Duluth, e Shine a Light, che si limita invece ad essere la sontuosa e spettacolare proposizione di un concerto dei Rolling Stones. Senza dimenticare poi la fondamentale iniziativa The Blues, una serie di sette documentari sulla musica nata dagli afroamericani e divenuta anima dei profondi Stati Uniti, prodotti da lui e diretti da grandi registi altrettanto appassionati come Clint Eastwood, Wim Wenders, Mike Figgis, ecc...
Guardando questi nomi appare chiaro il perché un regista (intelligente come Scorsese) decida di fare un documentario invece di impegolarsi su una sceneggiatura, ed è per via del fatto che quando si hanno degli artisti del genere per le mani, e sotto gli occhi, nessuna finzione potrà mai eguagliare la realtà. E così, come sempre quando si parla di un documentario, arriva il momento in cui ci si stacca da chi l'ha realizzato e si dicono due parole sul soggetto.
The Band erano Robbie Robertson (chitarrista e leader carismatico), Richard Manuel (pianista e polistrumentista), Garth Hudson (tastierista, organista, polistrumentista e compositore), Rick Danko (bassista e violinista) e Levon Helm (batterista). Non ho citato nessun cantante, perché cambiavano da canzone a canzone (principalmente Helm e Danko) e perché nessuno di loro era nato per fare quello. Arrivati dal Canada nei primi anni '60, senza soldi e all'avventura, cominciano a suonare nei bar e nelle bettole, cambiando un nome al mese (Canadian Squires, Levon and the Hawks...) fino a che nel 1966 non accade qualcosa.
Bob Dylan, il nuovo idolo della musica folk, tradisce tutti i suoi appassionati, pugnalandoli con qualcosa di nuovo, bruciante e affilato, che si chiama Rock'n'roll. Pescando dal blues acido di Chicago, posa la chitarra acustica ed imbraccia la fender, abbandona l'armonia e suona l'armonica per stordire le orecchie, e si presenta ai concerti con una rock band al completo (fra cui i mitici Al Kooper e Mike Bloomfield). Il suo popolo si sente orfano e sperduto, e lui se la ride, producendo tre album che sono i suoi nervosi capolavori. Il problema sta nella reazione violenta che segue, tanto isterica quanto questa questa nuova musica. Dopo il set acustico con cui apre i concerti infatti, quando entra il resto della band e si comincia a pestare forte, la gente ulula e lancia cose sul palco, e mentre cantano Maggie's Farm al Newport Festival, Peete Seeger tenta di tranciare i cavi elettrici con un'accetta. Le cose non vanno bene. I musicisti che sono con lui non se la sentono più, e così va alla ricerca di qualcun altro da portarsi dietro, ed eccoli lì, quei canadesi. Loro sono altrettanto pazzi quanto lui, e così inizia uno dei tour più lunghi e famosi di tutti i tempi, che giunge anche in Europa, facendo sentire ai Bealtes le meraviglie di Bringing It All Back Home, Highway 61 Revisited e Blonde on Blonde. Un assaggio di quello che si poteva ascoltare in quelle serate di follia si può trovare sul doppio disco: The Bootleg Series vol.4: Bob Dylan Live 1966, The "Royal Albert Hall" Concert stampato nel 1998, che raccoglie lo storico concerto tenuto a Manchester, dove, dopo il primo set acustico, e poco prima di iniziare a suonare Like a Rolling Stone, qualcuno fra il pubblico gli urlò "Giuda!" e lui rispose "Non ti credo, sei un bugiardo" per poi girarsi verso la band e dire "Suonate maledettamente forte". E loro suonarono eccome (come si può notare nel sopracitato No Direction Home).

Dopo questo epico e massacrante tour, Bob si ritirò in una casetta nei pressi di Woodstock, dove ebbe un incidente in motocicletta, e per un annetto rimase al riparo dalle scene. Mentre il mondo veniva sconvolto dal famoso festival di Woodstock (che in realtà si tenne poco più in là) lui passò il tempo dedicandosi alla sua famiglia e alla vita in campagna, e ben presto lo raggiunsero gli amici canadesi, che affittarono una casetta rosa lì accanto.
Come un gruppo di scalcagnati amici passavano le giornate chiacchierando e passeggiando, cantando vecchie canzoni e componendone di nuove nello scantinato. Frutto di queste grezze sessioni è un disco che per anni è rimasto leggendario e nascosto: The Basement Tapes, che contiene composizioni di Dylan, Robertson e brani tradizionali. Ma la storia di questo disco è lunga e tortuosa, e richiede dello spazio tutto per sé. Sta di fatto che servì da fondamento per il primo e vero parto ufficiale della Band (niente di più semplice, in fondo tutti li conoscevano come la band di Dylan), il capolavoro: Music From The Big Pink nel '68. Un album ancora fortemente debitore del tempo passato con Bob, che firma i brani più riusciti nonché la copertina, consistente in uno dei suoi dipinti.
Da lì in poi inizia il loro cammino autonomo e ufficiale nell'olimpo del rock, con una piccola rimpatriata con Dylan nel '74, per realizzare Planet Waves (ancora un suo dipinto in copertina) e relativo tour, raccolto nel doppio Before the Flood, un live immenso e straordinario, che brilla della travolgente energia che caratterizza la voce di Bob in quegli anni. Dopodiché lui si ritira nel dolore del suo divorzo, realizzando l'album d'amore più struggente di tutti i tempi: Blood on the Tracks, mentre la Band prosegue il suo impetuoso cammino. Ma dopo tutte quelle avventure sempre in tour, arriva il momento per Robertson e co. di farla finita, e qui entrano in scena Scorsese e The Last Waltz. Il 25 novembre 1976 The Band dà l'addio al suo pubblico sul palco del Winterland, a San Francisco, in un concerto memorabile, una celebrazione a cui partecipano tutti i loro amici. Chiamano Scorsese a riprendere, e lui ne fa uno dei più bei film del rock, piazzando le telecamere ovunque, e dietro ad esse alcuni dei migliori direttori della fotografia in circolazione: Michael Chapman, Vilmos Zsigmond e Làszlò Kovàcs (in modo analogo a come farà anni dopo con Shine a Light).
Sul palco scorrono uno dopo l'altro Ronnie Hawkins che urla come un matto; Neil Young curvo sulla chitarra; Joni Mitchell angelica; Paul Butterfield che suona l'armonica prima in Mystery Train  e poi in Mannish Boy insieme al leggendario Muddy Waters, ed Eric Clapton che fa una sfida all'ultimo assolo con Robertson. E fra Neil Diamond impassibile, Dr. John divertito e Van Morrison scatenato e abbigliato in modo inguardabile, trovano spazio anche gli interventi di Michael McClure e Lawrence Ferlinghetti che recitano poesie, quest'ultimo adattando il "Padre Nostro" ad un inno blasfemo. Tutto ciò viene inframezzato da interviste abbozzate da Scorsese a Robertson, racconti di aneddoti, vecchie storie di donne, musicisti e risse da bar, in un'atmosfera polverosa di cocaina. Alla fine poi, quando entra in scena Bob con il cappello bianco piumato, i capelli ricci e il giubbotto di pelle, si sente un fremito, un cambio d'atmosfera. Mentre inizia Forever Young, e lui sorride e gli altri suonano in modo automatico, in memoria dei tempi passati, sembra che si torni a un periodo dorato in cui tutto era perfetto. Si passa a far casino con il reprise di Baby Let Me Follow You Down e si chiude come meglio non si poteva, con I Shall Be Released, dove si aggiungono Ronnie Wood e Ringo Starr. Bob e Van Morrison cantano allo stesso microfono, Eric Clapton suona accanto a Robertson, si battono le mani e si grida il ritornello. Applausi.
Scorsese tiene lunghe inquadrature sui volti, come ipnotizzato dal carisma dei presenti, gioca coi fuochi ma non prende rischi o s'impegola in virtuosismi. Sopraffatto dal volume della musica propone una regia grezza e immediata nelle fasi del concerto, ma ha anche l'intuizione di realizzare degli spezzoni da documentare con tutta calma. Usa le gru, la steady e le carrellate per riprendere le versioni studio di The Weight (che possiamo ascoltare in Easy Rider) con gli Staple Singers ed  Evangeline con una bucolica Emmylou Harris. Sequenze fumose e suggestive, staccabili dal contesto e godibili a parte, come splendidi videoclip. Ed è con uno di questi che chiude il film, con la Band che suona il tema dell'ultimo valzer, e la cinepresa che si allontana dolcemente, fra le luci soffuse e la morbidezza della musica, abbandonandoli al regno della memoria.
Un film strano e imperfetto, come tutti quelli del miglior Scorsese, agitato, passionale, rombante e infuocato. Non si capisce come abbia fatto, ma in queste immagini e queste facce, ha trovato il modo di raccontare qualcosa che non si può spiegare: la musica Rock.



PS. Lo sapevate che Robbie Robertson, il giornalista del Daily Bugle amico di Spider-Man, fu chiamato così da Stan Lee in onore al musicista?

sabato 22 gennaio 2011

Heath Ledger

Era il 22 gennaio 2008 quando Heath Ledger è morto. Tre anni fa precisi. A me piaceva, l'avevo visto ne Il destino di un cavaliere quando ancora nessuno lo conosceva, e avevo notato qualcosa di particolare in lui. Una luce promettente. Dentro di me mi vantavo di averlo scoperto io, "vedrete" pensavo, "un giorno diventerà una star e voi non saprete da dove sbuca, mentre io ve lo dicevo già da allora". Padroni di crederci o meno, quando si cominciò a parlare di The Dark Night e del fatto che ci sarebbe stato il Joker, io pensai subito "secondo me dovrebbero prendere quel ragazzo, sarebbe proprio perfetto". Un paio di settimane dopo, quando dissero che era stato scritturato proprio lui, non ci credevo. Era una di quelle scommesse che fai per gioco e vinci. La ricordo sempre come una mia grande intuizione.
Ripeto, padroni di non crederci.
Dopo la magnifica interpretazione del Joker (mooolto migliore di quella di Jack: lui fu un altro personaggio, uno di quei mostri che si inventa Burton. Zero Joker in quel film, e zero Batman) gli arrivarono un sacco di proposte, e la notorietà. Dicevo: "ecco, lo stanno scoprendo tutti, ora sanno chi è quello con quel nome mica tanto facile" (sì ero convinto la gente faticasse a conoscerlo perché il suo nome non era semplice come Brad Pitt). Piovevano le offerte per i film, aveva anche interpretato Bob in Io non sono qui, stava cominciando ad avere un doppiatore fisso: Adriano Giannini, il figlio di Giancarlo. Stava crescendo la stella che avevo visto nascere... ma invece poi, di colpo si è spenta. Ci sono rimasto proprio male quando l'ho saputo, non lo conoscevo, non ho sofferto, la mia vita è continuata lo stesso ugualmente, ma sono rimasto di sasso per un minuto buono. Mi dispiaceva per sua moglie, per la sua ex-moglie, per la sua bambina, per lui checcazzo, mi era proprio simpatico. Può far ridere ma avevo grandi speranze su di lui, mi aspettavo di vederlo in giro fino alla nostra vecchiaia, quando avrei potuto dire "ecco un'attore dei miei tempi, quello l'ho scoperto io". Non so se qualcun altro di questi attori che girano adesso arriverà in piedi alla vecchiaia, tutto d'un pezzo, come Kirk Douglas. Lui ce l'avrebbe fatta. Sentendo quello che successe quella notte non ho provato delusione, ma pena, possibile che non sentisse tutto l'amore che lo irradiava? Possibile che esso fosse così falso ed evanescente? La solitudine ti trova anche in mezzo alla folla. Diamine, poteva farmi uno squillo e avremmo fatto due chiacchiere.
Non so cosa sia successo quella notte, e non mi interessa più di tanto. Non doveva succedere, per tanti di quei motivi che non si possono elencare. È stato un peccato, di più, una tragedia. E senza andare a vedere il suo ruolo e il suo lavoro, è sempre e in ogni caso una tragedia quando muore un ragazzo di 28 anni.

Dato che la sentivo una cosa importante, nei giorni seguenti cominciai a salvare e collezionare tutti gli articoli che ne parlavano. Letti in fila fanno una certa impressione.

(Venni poi dopo a sapere che il ruolo del Joker e il lavoro intensivo l'avevano parecchio stressato. Tanto che i Coen lo volevano per interpetare Llewlyn in Non è un paese per vecchi, ma lui rifiutò poiché troppo impegnato. Tzè, loro l'avrebbero di certo salvato)


Heath Ledger è stato trovato morto in un appartamento a Manhattan poche ore fa. La notizia è stata data dalla polizia di New York, che è giunta sul posto dopo una chiamata di soccorso. Non si sa ancora nulla sui motivi della morte, forse per cause naturali. È probabile la pista della droga: l'attore potrebbe essere morto di overdose, dato che è stato trovato per terra e circondato da pillole, da una massaggiatrice con cui aveva appuntamento e da una domestica che la accompagnava.


Ledger si era ritagliato uno spazio nel cuore dei comic fan grazie all'imminente interpretazione del Joker in "The Dark Knight", seguito di "Batman Begins", che ha già fatto parlare di sé dopo la diffusione delle prime foto e del trailer. L'attore aveva 28 anni e nella sua carriera ha guadagnato una nomination all'Oscar nel 2005 con il toccante "Brokeback Mountain".


La Warner Bros. ha diffuso un comunicato riguardante la morte dell'attore: "Lo studio è stordito e devastato dalla tragica notizia. La comunità dello spettacolo ha perso un enorme talento. Heath era un brillante attore e un'eccellente persona. I nostri cuori vanno alla sua famiglia e ai suoi amici".

Update ore 14:25

Un rappresentante della famiglia Ledger ha contattato nella notte il sito di gossip TMZ.com, escludendo che l'attore si sia tolto la vita e sottolineando che la morte potrebbe essere accidentale. Reso noto inoltre che Ledger aveva una polmonite quando è morto, e che le pillole trovate nell'appartamento erano di sonniferi. Nella giornata di oggi comunque, stando a quanto comunicato da un portavoce della polizia di New York, sarà eseguita l'autopsia sul corpo dell'attore australiano per accertarne le cause della morte.

Nel frattempo, l'attrice
Michelle Williams, che ha avuto una relazione con l'attore che portò alla nascita della piccola Matilda Rose, di due anni, sarebbe devastata dalla notizia della morte dell'ex fidanzato.

Inoltre il primo ministro australiano, Kevin Rudd, ha diffuso un comunicato nel quale porta le condoglianze del governo alla famiglia dell'attore. «È tragico - ha detto il premier - che l'Australia abbia perso uno dei suoi migliori attori in così giovane età. I ruoli interpretati da Ledger, così diversi e impegnativi, saranno ricordati tra le migliori performance del cinema australiano».
Heath Ledger, il Joker di The Dark Knight, trovato morto

Heath Ledger
, attore australiano ventottenne e interprete del Joker nel sequel di Batman Begins, The Dark Knight, è stato ritrovato senza vita nell'appartamento di Manhattan che in un primo momento sembrava essere diproprietà di Mary-Kate Olsen, una delle famose gemelle Olsen di Hollywood. La polizia ritiene che il decesso sia avvenuto a seguito di suicidio o di un overdose accidentale.

Alle 15.26 del pomeriggio all'appartamento si presenta una massaggiatrice che aveva un appuntamento con Ledger. Viene introdotta in casa dalla governante ma, dato che Ledger non rispondeva, le due aprono la porta trovando il corpo nudo dell'attore disteso sul letto attorniato da sonniferi. La polizia non sospetta che si tratti di un omicidio. 

Heath Ledger era un attore molto promettente, premiato dalla critica per l'interpretazione in Brokeback Mountain, che gli valse anche la nomination all'Oscar. L'ultima sua apparizione nelle sale è con I'm Not There, film incentrato su Bob Dylan, nel quale è uno dei sei personaggi che interpretano il menestrello americano. Completata la registrazione di The Dark Knight, Ledger stava girando The Imaginarium of Doctor Parnassum.

L'attore era stato legato sentimentalmente con Michelle Williams, la Jen di Dawson's Creek, incontrata proprio sul set di Brokeback Mountain, e dalla quale aveva avuto una figlia nel 2005, Matilda Rose. Si erano lasciati l'anno scorso.

In un'intervista rilasciata a Londra lo scorso Novembre Ledger aveva affermato di non essere soddisfatto da nulla di quello che faceva in quanto gli sembrava di continuare a ripetersi. Non era orgoglioso del suo ultimo ruolo in I'm Not There, e dall'intervista emerge che questa considerazione negativa del suo lavoro lo condizionava profondamente.

La vicenda è in rapido aggiornamento e quindi vi terremo costantemente informati

E' morto Heath Ledger
pubblicato: martedì 22 gennaio 2008 da dr. apocalypse in: Americano Lutti


E’ morto
Heath Ledger. Notizia sconvolgente da Hollywood. Non ci vogliamo credere…
Ledger sarebbe stato trovato dalla polizia senza vita, nudo, e non sul letto della casa di Mary Kate Olsen, come inizialmente divulgato, con accanto diverse pillole, scoperto da una cameriera e una massaggiatrice…
La morte sarebbe arrivata per eccesso di droghe. “
Stiamo indagando sulla possibilità di una overdose“, ha detto il portavoce della polizia Paul Browne, anche se attorno al corpo sarebbero stati trovati solo sonniferi, e non stupefacenti… questo il video della barella che lo porta via.
Heath aveva appena finito di girare
The Dark Knight, tutti fremevamo dalla voglia di vederlo in Batman, e ora se n’è andato così, da solo…
Sconvolti anche in casa Warner. Queste le parole del presidente Jeff Robinov: “lo studio è stordito e devastato da questa tragica notizia. Il mondo del cinema ha perso un enorme talento. Heath era un attore brillante e una persona eccezionale. Il nostro pensiero va alla sua famiglia e agli amici“.
Non si può morire in questo modo a 28 anni. Questa che vedete è la sua ultimissima foto dal set, quello di The Imaginarium of Doctor Parnassus. Ricordiamolo così, sorridente…
Heath perchè l’hai fatto… cosa hai fatto!
La morte di un Joker - addio Heath Ledger
pubblicato: mercoledì 23 gennaio 2008 da marte in: Usa Eventi Supereroi Film


Non possiamo rimanere indifferenti dopo aver appreso la tragica notizia della morte Heath Ledger (28 anni), 
il Joker del nuovo film The Dark Knight.
Ledger sarebbe stato ritrovato nel suo letto senza vita. Quasi sicuramente il decesso è avvenuto a causa di un abuso di pillole. Il nuovo film su Batman non ha ancora raggiunto le sale, ma l’aspettativa questa volta avrà un sapore tutto diverso. Addio caro Health, addio folle ed eterno Joker.
Vi invitiamo a seguire Cineblog per essere aggiornati sulla vicenda e per leggere approfondimenti sull’attore e sulle sue grandi interpretazioni.

Heath Ledger Foto Gallery: ricordiamolo così

pubblicato: mercoledì 23 gennaio 2008 da Carla C. in: Lutti Foto Gallerie

La notizia della morte di Heath Ledger ha sconvolto tutti. La famiglia nega il suicidio e parla di morte naturale. Secondo le ultime fonti Heath soffriva di una malattia ai polmoni anche se sono sempre più insistenti le voci di un tracollo dopo il film The Dark Knight.
Il ruolo di Joker “mi toglieva energia mentalmente e fisicamente. Non riuscivo a dormire. Mi addormentavo e dopo un’ora ero già sveglio”.
Sperando che non si sia trattato di overdose vi regaliamo una serie di foto di Heath Ledger per ricordarlo con un caloroso tributo.




Morto Heath Ledger: un omaggio di Massimo Carnevale
pubblicato: mercoledì 23 gennaio 2008 da bapho in: Usa Supereroi Film


Come riportato qui, Heath Ledger è stato ritrovato morto il 22 gennaio a New York. Non si conoscono ancora le precise cause della morte dell’attore e per maggiori informazioni vi rimando ai colleghi di Cineblog.it.
Questo post è per linkarvi un omaggio frutto di Massimo Carnevale che trovate sul suo blog, precisamente qui. Immagine da brividi.

Col passare delle ore, giungono nuove indiscrezioni circa la morte dell'attore Heath Ledger, avvenuta ieri sera. Secondo quanto riferito dalla CNN, una prima autopsia sul corpo di Ledger è risultata inconcludente. La determinazione delle cause della morte del 28enne attore sarà quindi resa nota dopo più approfondite analisi, di cui sapremo i risultati fra 10/14 giorni. Nell'appartamento dove Ledger è morto, secondo le ultime indiscrezioni citate dal sito TMZ, sarebbero stati trovati Xanax e Valium, oltre all'Ambien e ad altri farmaci prescritti in Europa.
Nelle ultime ore numerosi sono stati i messaggi di cordoglio alla famiglia da parte di numerose celebrità del mondo dello spettacolo che avevano lavorato con l'attore: "Lavorare con Heath è stata una delle più grandi gioie della mia vita - ha detto il regista Ang Lee, che lo aveva diretto in "I segreti di Brokeback Mountain" - diede al ruolo di Ennis molto più di quanto potessimo immaginare, una sete per la vita, per l'amore e per la verità, e una vulnerabilità che ha fatto sì che chiunque lo conoscesse lo amasse. La sua morte è un colpo al cuore". 

Sul suo blogMassimo Carnevale ha postato oggi un omaggio all'attore scomparso (che potete vedere qui a lato), in riferimento alla sua interpretazione del Joker in "The Dark Knight".


Heath Ledger muore a soli 28 anni
Prematura scomparsa di un bello e dannato del cinema.
di Chiara Renda [23/01/2008]
Nome: Heath Andrew Ledger 
Data e luogo di nascita: 4 Aprile 1979, Perth, Australia

Una scomparsa improvvisa e misteriosa

Il ruolo del cowboy malinconico e romantico ne I segreti di Brokeback Mountain lo aveva consacrato come astro nascente del firmamento hollywoodiano. E c'era già chi lo considerava come il nuovo Marlon Brando. Ma oggi, a vent'otto anni, Heath Ledger va a far compagnia ai belli e dannati stroncati prematuramente - e forse proprio dal successo - come James Dean e River PhoenixL'attore australiano che deve il suo nome all'Heathcliff di "Cime tempestose" è stato infatti trovato morto martedì 22 gennaio a New York, nell'appartamento di Broome Street a Soho in cui viveva da qualche tempo, casa di una delle gemelle Olsen (Mary Kate – non è chiaro perché si trovasse lì). La massaggiatrice con cui Ledger aveva un appuntamento e la cameriera che le ha aperto la porta hanno trovato il ragazzo steso sul letto, nudo e privo di sensi. Le due donne hanno immediatamente chiamato la polizia e gli agenti hanno dichiarato di avere trovato pasticche vicine al corpo del giovane: "Stiamo indagando sulla possibilità di una overdose", ha detto il portavoce della polizia Paul Browne. Ma non si esclude nemmeno l'ipotesi di un suicidio, anche se non è stato trovato nemmeno un biglietto.
La sua ultima interpretazione, per cui non andava fiero, è stata quella di 
Bob Dylan nel film di Todd Haynes Io non sono qui, accanto a Richard Gere e Cate Blanchett, per la quale aveva anche ritirato la Coppa Volpi all'ultima Mostra di Venezia. Ma Ledger, protagonista anche di Casanova e I fratelli Grimm e l'incantevole strega, aveva da poco terminato le riprese del nuovo Batman targato NolanThe Dark Knight, in cui interpreta il ruolo di Joker.
L'attore lascia la famiglia e la figlia di due anni Matilda Rose, nata dalla relazione con l'attrice Michelle Williams, conosciuta sul set di Brokeback Mountain e dalla quale aveva divorziato da un anno.

È morto Heath Ledger 



Il giovane attore australiano Heath Ledger (28 anni) che lo scorso anno ha interpretato il ruolo del Joker in The Dark Knight (film che debutterà nel nostro paese il prossimo luglio), è stato trovato, questo Martedì, privo di vita nel suo appartamento di Manhattan. 

Ledger era un promettente attore che, malgrado la sua giovane età, si era già distinto per le sue brevi interpretazioni in film come Il patriota, Monster"s Ball, Il destino di un Cavaliere e, soprattutto, per il ruolo di Ennis del Mar in I segreti di Brokeback Mountain (per il quale ricevette una nomination agli Oscar). Per quanto riguarda la sua vita personale, Ledger si era recentemente separato dalla compagna, l"attrice Michelle Williams, con la quale aveva avuto una figlia di nome Matilda. 

L"attore è stato trovato da una cameriera che era andata ad avvisarlo di una visita. A quanto sembra, accanto al cadavere sono state trovate alcune pastiglie. La famiglia ha rilasciato una dichiarazione nella quale conferma che la morte di Ledger è stata accidentale e non è riconducibile al altre motivazioni ipotizzate in un primo momento. Riposi in pace.

La Westboro Baptist Church contro Heath Ledger: "Era sordido"
pubblicato: mercoledì 23 gennaio 2008 da Carla C. in: News Lutti Attualità

Ci ho pensato prima di scrivere questo post. Primo perché spero che non sia vero, secondo perché vorrei che non fosse vero, terzo perché se fosse vero sarebbe di uno squallido che mi toglierebbe il fiato.
La Westboro Baptist Church (WBC) ha deciso di fare picchettaggio al funerale di Heath Ledger che loro considerano “un pervertito” e che, sempre secondo loro, “ora si trova all’inferno per scontare la sua condanna eterna”.
E’ proprio questo quello che si legge sul comunicato stampa (lo trovate su continua come testimonianza), Heath viene considerato sordido proprio per la sua interpretazione di cowboy gay in Brokeback Mountain. Io non riesco a capacitarmi che esistano ancora persone del genere. Mi sale una rabbia che non avete idea. Farei loro picchettaggio sulla testa e su altre parti del corpo che non vedono il sole. 
Fonte: GabbyBabble
La morte di Heath Ledger Continuano ad arrivare nuovi aggiornamenti riguardo la morte di Heath Ledger. Nella perquisizione dell'appartamento dove l'attore è stato trovato morto, la polizia non avrebbe trovato droghe o altre sostanze di provenienza illegale, come ha confermato Ray Kelly, commissario della polizia di New York. Un agente pubblicitario giovedì ha riferito alla CNN che l'attore australiano soffriva di un’influenza e che gli erano stati prescritti alcuni farmaci durante le riprese, a Londra, di "The Imaginarium of Doctor Parnassus" di Terry Gilliam
Nel frattempo, nuovi elementi sono emersi sui momenti prima e dopo la morte dell'attore. La Associated Press ha infatti saputo che la massaggiatrice
Diane Wolozin, che aveva scoperto il cadavere di Ledger, avrebbe chiamato numerose volte l'attrice Mary Kate Olsen, amica di Ledger, per chiedere consigli sul da farsi (almeno tre, prima di telefonare al 911, e una quarta dopo aver richiesto l'arrivo del pronto intervento medico). La Olsen infatti avrebbe poi avvertito una guardia privata, arrivata più tardi. Mentre era al telefono con i soccorritori, la Wolozin avrebbe tentato di rianimare l'attore, senza risultati. All'arrivo dei medici, sarebbe stato tentato un intervento con un defibrillatore, anche in questo caso senza risultati.
La ex-compagna di Ledger, l'attrice
Michelle Williams, è tornata nella notte di mercoledì nella sua casa di New York assieme alla figlia di due anni, Matilda Rose, avuta dalla relazione con l'attore. La Williams, quando ha appreso la notizia, stava girando un film in Svezia.
L'attore
Eric Roberts, che aveva lavorato assieme a Ledger in "The Dark Knight", ha dichiarato durante il Larry King Live Show: "Era un ragazzo meraviglioso, un attore meraviglioso, aveva un grande futuro davanti a lui. E mi piaceva". Per ricordare l'attore, la Warner Bros. ha aggiornato il sito ufficiale di "The Dark Knight" e il sito virale Why So Serious.
GEN 08
25
La maledizione del Joker
Pubblicato da Alacarte alle 12:46 in Anomalie, Personaggi



Prima ancora di diventare il nuovo
supervillain della serie cinematografica dedicata al pipistrello, Heath Ledger è mancato, contribuendo più o meno involontariamente ad alimentare la già lunga sequenza di fatti luttuosi che legano cinema e fumetto. Una sequenza di avvenimenti e circostanze "misteriose" che avviluppano in modo indissolubile eventi inspiegabili e quasi sempre tragici, il mondo del cinema e quello delle nuvole parlanti. Gli esempi sono numerosi e l'ultima tragica fatalità di cui è rimasto vittima Heath Legdger sta lì a dimostrare che forse un legame nemmeno troppo sommerso fra thanatos e comics transitando per la settima arte davvero ci potrebbe essere. 

Ma veniamo ai fatti: ieri la notizia della morte dell'interprete del Joker nell'ultimo e ancora inedito capitolo della saga cinematografica di Batman. Sul set del medesimo Batman The Dark Knight nel settembre scorso si è verificato un incidente che è costato la vita ad un componente dello staff. Questo il testo dell'agenzia che il 25 settembre riportò la notizia: "Un tragico incidente ha funestato le riprese di
"Batman - The Dark Knight": un membro dello staff del regista Christopher Nolan ha perso la vita in seguito ad un violentissimo impatto che ha coinvolto il mezzo 4X4 sul quale viaggiava mentre era impegnato in una pista del Surrey, in Inghilterra. Sembra che l'uomo, del quale non sono ancora state rese le genarlità per questione di privacy, stesse seguendo da vicino la Batmobile in vista di alcune future riprese per una scena di inseguimento; l'autista del mezzo ha perso il controllo andandosi a schiantare contro un albero ai lati del circuito".

Ma la morte che in modo alquanto macabro evidentemente, ma ha posto per sempre il suggello, a questo diabolico connubbio, è stata certamente quella di
Brendon Lee .   Il figlio del mitico Bruce , attore di promettente avvenire, rimasto vittima di un inspiegabile incidente di scena mentre girava "Il Corvo ". L'attore, 28enne, è stato ucciso dal bossolo di un colpo di pistola, caricata a salve, durante le riprese del film tratto dal fumetto omonimo di James O'Barr . Era il 1993. E poi proseguendo come non parlare di Christopher Reeve sfortunatissimo pluridecorato Superman del grande schermo, vittima di un gravissimo incidente  quando ancora era  l'unico e incontrastato uomo d'acciaio del grande schermo. Un incidente che  gli ha prima causato  la  paralisi pressochè totale e poi dopo anni di operazioni e tentativi di cura,  la successiva morte.


E come non parlare di
Brad Renfro , giovane star maledetta del cinema hollywoodiano, morto dieci giorni fa in circostanze misteriose, e protagonista fra gli altri anche di Ghost World , il lungometraggio realizzato nel 2001 tratto dal fumetto omonimo di Daniel Clowes .
E poi che dire di George Reeves , Superman per la televisione negli anni '50, morto in circostanze misteriose, a 45 anni, dopo aver prestato volto e corpo all'uomo d'acciaio per ben 8 anni. 
A lui e al mistero della sua morte, il suo corpo fu trovato senza vita in una camera d'albergo con una ferita di arma da fuoco alla testa, Hollywood ha dedicato recentemente un lungometraggio Hollywoodland con Ben Affleck.
Mere coincidenze, certo! Ma avete mai sentito parlare di Final destination ..........
Per Ledger overdose accidentale di farmaci

07/02/2008
I risultati dell'autopsia sul corpo dell'attore Heath Ledger darebbero ragione alla famiglia: secondo gli esaminatori la causa della sua morte è stata un'overdose accidentale di farmaci regolarmente prescritti. Il cocktail di sei diversi medicinali trovati nel suo sangue è risultato letale per il fisico pure robusto del giovane attore. Un funerale privato verrà tenuto a Perth, dove Ledger era nato 28 anni fa, il prossimo sabato, alla presenza dell'ex compagna Michelle Williams e della loro bambina di 2 anni, Matilda.
D.C.



pubblicato da Carla C. in: News Lutti Attualità


L’autopsia sul corpo di
Heath Ledger ha confermato quello che tutti noi sospettavamo: l’attore è stato ucciso per una overdose di farmaci. Un’overdose accidentale, una terribile tragedia.
Heath, che soffriva da tempo di insonnia e stress, ha abusato di troppe medicine e gli è stato fatale. Nel suo corpo sono state trovate tracce di ansiolitici (Valium e Xanax), un antinfiammatorio (Ibuprofen), un antidolorifico (OxyContin) e due sonniferi (Restoril e Unisom). Un mix letale.
Dopo due settimane dalla morte dell’attore Heath Ledger, scomparso il 22 Gennaio, l’ufficio di medicina legale di New York ha rilasciato un comunicato stampa attraverso la propria portavoce: si dichiara che la causa del decesso è stata riscontrata in un’intossicazione dovuta all’effetto combinato di vari medicinali a lui prescritti.

Il
LATimes afferma che dalle analisi sono risultati essere presenti sei tipi differenti di medicine: gli antidolorifici OxyContin e Vicodin, gli ansiolitici Valium e Xanax, il sonnifero Restoril e l’antistaminico Unisom, comunemente utilizzato per conciliare il sonno.

Infatti la massaggiatrice che ha rinvenuto per prima il corpo dell’attore l’aveva trovato circondato da sonniferi e medicinali vari. Inoltre non aveva chiamato subito un’ambulanza, cercando dapprima di rianimarlo personalmente, e successivamente aveva chiamato Mary-Kate Olsen dal cellulare di Ledger, ma è stato accertato che anche se una squadra medica fosse accorsa immediatamente non ci sarebbe stato nulla da fare.

Il padre Kim ha rilasciato un comunicato commovente nel quale esprime sollievo perché le voci che parlavano di un suicidio sono state smentite dall’accidentalità dell’overdose, ma rafforza il cordoglio nel quale è immersa la famiglia: umilmente si unisce a tutte le altre persone che hanno avuto la sfortuna di vedere un proprio figlio trapassare prima dei genitori, e invita chiunque a prestare grande attenzione alla compatibilità dei medicinali. Lo steso appello è stato ripreso da Richard A. Rawson, direttore del Substance Abuse Programs dell’università UCLA: molti farmaci sono considerati estremamente benefici e per questo largamente prescritti ed utilizzati, ma in dosi eccessive, soprattutto se assunti in combinazione a sonniferi, possono portare a una morte per intossicazione.

Usmagazine
informa inoltre che la Drug Enforcement Administration ha subito avviato un’inchiesta per chiarire come Ledger sia entrato in possesso delle prescrizioni per quei farmaci.

La Warner Bros ha fatto sapere, come ci riporta
CBR, che Ledger aveva completato le riprese per l’atteso sequel di Batman Begins, The Dark Knight. Per quanto riguarda invece la campagna pubblicitaria riguardante il film, interrotta, come vi avevamo detto, per rispetto all’attore che ricopriva il ruolo di attrattiva principale nella sua interpretazione del Joker, sarà spostata sulla figura di Harvey Dent, alias Due Facce, interpretato da Aaron Eckhart.
Due medici indagati per la morte di Heath Ledger
pubblicato: venerdì 29 febbraio 2008 da Simona in: News Attualità


Sul sito americano People.com è apparsa questa notizia: un dottore californiano ed un altro del Texas, sarebbero attualmente sotto inchiesta federale in relazione alla morte di
Heath Ledger.
Come ormai tutti sappiamo, Heath è morto per cause accidentali, in seguito all’interazione di alcuni farmaci assunti in contemporanea, fra cui antidolorifici, Valium e medicinali contro l’ansia e l’insonnia.
I due medici indagati sarebbero responsabili di aver fornito Vicodin e Ossicodone a Ledger. Da chiarire se questi due potenti antidolorifici gli siano stati prescritti legalmente o meno.