sabato 8 ottobre 2011

IDRIS: l'ultimo elemento

(premessa: ci saranno un macello di errori, ho scritto come una bestia, così come mi avrebbe comandato il protagonista della storia... così perchè non ho voglia di rileggere tutto.)
Leggendo nessuno s'aspetti che tutto venga compreso. Questo perchè il protagonista non è spiegabile; è un'entità, qualcosa che più il tempo passa più sembra condannato ad un'esistenza ultra-naturale. In principio si crebbe fosse un cane, certo insolito; venne adottato ancora in fasce, alla tenera età di 3 mesi, anche se poco v'era di tenero: il suo volto era diverso, parte del suo corpo sproporzionato, le orecchie già formate e adulte, la coda mozzata (si dice sulla nascita), una protuberanza strana sul torace, come un neo ma molto meno definibile. Il distacco dalla madre cagna fu drammatico. Chi pensasse ora che ogni cucciolo strappato dalla maternità per viver con la nuova "famiglia umana" sia naturale, dirò che dopo poche ore dal distacco, innondò uno dei padroni con un flusso di stomaco denso e odoroso, una brodaglia che negli anni avvenire e nella storia contemporanea, diverrà parte integrale della sua essenza. Fin dai primi giorni ci fu l'intento di fargli vivere una vita dignitosa e posata che merita un qualunque cane; dunque passeggiate, uscite giornaliere e data la passione del padrone, gite in montagna. Il padrone tentò e ritentò nell'impresa, ma la bestia soffriva, tremava sulla vettura durante i spostamenti, terrorizzata alla vista delle sfuggenti figure proiettate dall'abbaino, trovando solo pace all'arrivo, dopo una o più corse nei verdi prati finalmente poteva dar sfogo a tutta la sua tensione e liberarsi con un abbondante ennesimo riflusso (molti ne fece già sulla macchina). La preoccupazione che suscitò questa sua patologia, fu ampiamente discussa dai dottori che non comprendevano l'origine, spiegabile quindi dal suo forte problema con l'ansia. Tuttavia, molti di questi medici dovettero mettere in discussione anche la propria tolleranza agli animali e alla professione scelta, dopo aver ripulito le varie tracce di urina per tutto il laboratorio. Non si creda che l'educazione non gli sia stata inflitta duramente, passato il primo arco d'età la disciplina divenne legge. Idris crebbe forte e robusto, fiero e finalmente composto. Tale compostezza ebbe modo di manifestarsi specialmente sulla brandina, suo trono sacro e insostituibile, unico suo vero amico e compagno di vita. Dopo anni di vani tentativi, si iniziò a escludere l'intenzione di farlo vivere come "essere cane". La passeggiata venne quasi abbandonata, la sola vista del guinzaglio lo terrorizzava. Il suo solo piacere era uscire nel giardino e scorrazzare quei secondi necessari per i bisogni principali , per poi tornare al trono prediletto. La monotonia delle sue giornate fu scossa una sera di settembre, quando il padrone rincasò con un nuovo amico animale; gatto. L'interesse si manifestò subito, ma a differenza degli altri cani non fu l'odio a prendere il sopravvento come vuole la tradizione, bensì il micio dovette passar la prima giornata nella nuova casa a ripulirsi dal fetido muco emesso dalle falangi del mostro. Tuttavia, fra i due nacque una solidale amicizia, per quanto il gatto continui ancor oggi a manifestare timore ad ogni suo passaggio e soprattutto ad ogni parvenza di alitata. Il colpo basso arrivò non più d'un paio d'anni or sono; ormai il bestio è anziano, porta sulla sua goffa groppa una quindicina d'anni canini, con le proporzioni fisiche perenni di un cucciolo. Durante la visita del finalmente accettato medico e amico, gli fu diagnosticato un malanno incombente fra i meandri del deretano. Si parla di noduli, tumore. Pian piano la vecchiaia si fa più presente, la vista diviene sempre più nebulosa, l'udito praticamente inesistente, la bocca colma di muffe e funghi che provocano la caduta anche di numerosi incisivi. Quel che non cambia però è l'appetito, la passegiata in giardino quotidiana e la solita vomitata digestiva. Oggi Idris sfiora la dozzina d'anni, il suo retto tumefatto da pretuberanze, ascessi ed eccrescenze violastre che ribollono costantemente lo costringono ad un'assunzione continua di innumerevoli medicinali. La vista quasi completamente estinta inducono la bestia ad orientarsi con l'ancor immutato fiuto, sbattacchiando qua e là, tra un riflusso e l'altro. Nel frastuono della sua esistenza, immerso nelle sue malattie più disperate, fra una parvenza di cedimento e l'altro tira avanti con un energia mai vista, con immutata noncuranza dell'andamento delle cose, come se nulla lo colpisse, come se a tenerlo attaccato alla vita sia qualcos'altro e non più la vita stessa, uno stato di esistenza sconosciuto faticosamente raggiunto, incompreso. Oggi Idris è vivo, a lui non sono sopravvissuti moltissimi esseri umani, anche famosi, alcuni ritenuti invincibili (come lui). L'unica ipotesi è credere che questa bestia venga da una realtà molto diversa da quella a noi nota, potrebbe essere la chiave per un altro emisfero, universo, un'altra realtà. In lui v'è raccolto l'essenza di cose ambigue e maldescritte, in lui v'è da estrarre la chiave per l'immortalità.... c'è da sperare che la chiave non si nasconda fra le eccrescenze del culo. Un affettuoso saluto, da tutti gli amici di Idris che sempre lo venereranno.

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