venerdì 24 dicembre 2010

Lettera semiseria a Babbo Natale

A farla breve, su questo sito avevano organizzato un piccolo e simpatico concorso che prevedeva la creazione di una lettera cattiva per Babbo Natale, in netto contrasto con lo spirito buonista di questo periodo dell'anno. Io mi ci sono cimentato ed eccola qui:



FAIDA LAPPONE
"Caro Babbo Natale,

Come stai? Io bene! Finalmente è arrivato il periodo natalizio, quello che preferisco di più fra proprio tutti, e finalmente tu verrai a portare i doni ad ogni bambino buono del mondo! Io quest’anno sono stato tanto tanto bravo, e vorrei… vorrei… eh…
Senti, finiamola qui, così non va. Basta con questa farsa. È già abbastanza ridicolo che io debba chiamarti “Babbo Natale” mentre di solito ti chiamo Nick, e che debba scriverti una lettera per parlarti, quando abito nella casa a fianco. Piuttosto… come, e dico come, ti sei permesso di portarmi il carbone l’altr’anno? Non è stato già abbastanza umiliante il Natale prima, quando hai portato il set di bambole a mia sorella, e a me una macchina per fare i gelati? A parte il fatto che io sono un maschio, e dovresti portarmi robot assassini, mostri stomacosi, o terribili creature degli incubi, ma dico… ti sei forse dimenticato che viviamo in Lapponia? Secondo te mi va di mangiare il gelato?? È stato davvero uno scherzo idiota. Oppure l’hai fatto perché sono stato cattivo? È così? Ma allora chi ti ha aiutato a spingere Blizzard quand’è rimasta impantanata davanti al garage? Io, e il mio babbo Ejantermurturjyok, ecco chi. E a proposito di quelle dannate bestie, dovresti proprio evitare di farle venire ad espletare i loro bisogni nel nostro cortile, se non vuoi sentire il profumo di renna arrosto uno di questi giorni. Ma magari ti uniresti pure al banchetto vero? Cosa credi… ho visto come sbirci mia madre mentre fa le faccende di casa, nascosto dietro le tende, vecchio porco! Se proprio vogliamo parlare di comportamenti “cattivi”, è il forse il caso di citare i tuoi? Pensi che in paese non si sappia ciò che combini con la signora Befana? Vergognati, una donna così ingenua e per bene, fresca vedova di Mastro Elfo. Era una donna pia prima d’incontrarti, invece dopo i tuoi festini a base di vodka e zabaione, è stata vista fare la lap dance attorno a un enorme bastoncino di zucchero bianco e rosso. Non voglio neanche pensare alle nefandezze di cui ti macchi insieme ai tuoi fidi folletti, infidi nani pervertiti dalle orecchie a punta. Sbevazzano in lungo e in largo e poi vengono a stare male sotto la mia finestra, vomitando, e cantando le canzoni del loro paese. È bassa manovalanza (in tutti i sensi) sottopagata dell’est, ecco cosa, e tu uno sfruttatore.
Quindi… vedi di regalare anche a me un dannatissimo mostro stomacoso quest’anno, o dirò a tutti che non esisti su WikiLeaks.
Ah, e un’ultima cosa… Caro Babbo Natale, io non ti credo.
Firmato:
Gronkjustolbertonf, bimbo vendicativo."

Se vi andasse di leggerne ancora, questa e tutte le altre lettere sono state messe in un eBook gratuito scaricabile qui sul sito.
Ma il caso ha voluto che ultimamente m'imbattessi in un'altra lettera a Babbo Natale, la migliore che ho letto. Si trova su Linus di dicembre (che se non l'avete mai preso in mano è grave grave grave grave) ed è di quei due geni di Catone & Lorentz:
LA LETTERINA DEL FIGLIO DI PRECARI A BABBO NATALE
Milano, 5 dicembre 2010
"Caro Babbo Natale,
due anni fa ti ho chiesto in dono gli Zord della tv e te la sei cavata con il modellino della volante dei Carabinieri, un giocattolo che non va più di moda da quando Ingrao abbracciò Occhetto in lacrime al diciottesimo Congresso del PCI. Un anno fa ti ho chiesto una console per videogame di ultima generazione e mi hai portato il modellino della volante dei Carabinieri, tra l'altro in scala più piccola rispetto al precedente. Ti avverto che se stavolta mi ritrovo con un altro modellino della volante dei Carabinieri, quantoevveroiddio tra dodici mesi ti aspetto sveglio alla finestra con la carabina del bisnonno che ha combattuto sull'Isonzo e abbatto le renne, una a una, fin quando non ti senti come su un aereo della Pan Am dopo la deregulation reaganiana.
Concedimi un po' di rabbia, ciccione: da qualche tempo il Natale con te è uno schifo. Potrei capire certe ristrettezze se te la passassi male, ma non mi sei parso tanto dimagrito nelle vetrofanie della merceria sotto casa. Riconosco però che va meglio a me che al mio amico Melegari: sua madre lavorava alla Omsa e per le feste riceverà dei collant venti denari smagliati al ginocchio.
Sai cosa ti dico? Non vedo l'ora che il grande centro cattolico vinca le prossime elezioni e faccia delle riforme davvero utili per le famiglie. Ad esempio l'abolizione del divorzio, così papà potrà smettere di dormire nell'auto del suo migliore amico e passerà finalmente un Natale con noi, tutti insieme a mangiare felici i rapanelli bacati dalla grandine.
Va bene, meglio non divagare. Ricorda solo di non portarmi la volante dei Carabinieri, sennò ti mando gli amici di mio fratello che stanno a Baggio e ti fanno passare un quarto d'ora di black bloc.

Ti voglio bene."



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