mercoledì 22 dicembre 2010

Stanno arrivando...

TRON LEGACY
Il seguito di Tron, il cult degli anni '80; magia cibernetica avanzata alle infinite possibilità dell'odierna tecnologia; colonna sonora dei Daft Punk; supervisione di Steven Lisberger: il regista originale; un regista nuovo: Joseph Kosinski, che è talmente preparato sulla grafica computerizzata che gli hanno offerto questa, come sua opera prima, a scatola chiusa, e per lui garantiscono Spielberg ed il suo scopritore Fincher.
Cos'altro... ah, il ritorno di Jeff Bridges.
Questo film spacca tutto.
Esce mercoledì prossimo, il 29, ultimo film dell'anno.

TAMARA DREWE - TRADIMENTI ALL'INGLESE
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera che mendica soldi: "La sceneggiatura del film è basata sull'omonima striscia a fumetti di Posy Simmonds, pubblicata tra il 2005 e il 2006 sul quotidiano britannico The Guardian e basata a sua volta sul romanzo Via dalla pazza folla (Far from the Madding Crowd) scritto nel 1874 da Thomas Hardy." 
Ciò detto, a me sembra una di quelle commediacce inglesi che non fanno ridere, ma ALT! è di Stephen Frears, e si fa parecchia fatica oggigiorno a trovare un regista più raffinato, equilibrato, intelligente e bravo di lui. Con Piccoli Affari Sporchi si è meritato la mia imperitura fiducia, e se un film è suo... è bello. E lo dice anche uno che l'ha già visto, e si intende di cinema, fumetto e un sacco di altre cose: Roberto Recchioni.

Esce il 5 gennaio, così vi divertite in attesa della Befana


HEREAFTER
L'ultimo di Clint Eastwood, che si dà al soprannaturale, con Matt Damon, Bryce Dallas Howard, Cécile De France (e l'inconfodibile voce di SIA nel trailer). Io non sono un grande estimatore di Clint, che trovo un buon regista, ma incapace di capolavori (tantomeno Gran Torino... sì vabbè, linciatemi) però riconosco che ogni sua opera meriti quantomeno la visione. Questo poi, sembra anche abbastanza originale. Inoltre ne parlato tutti bene. Ma questa non è una novità.

Pure questo il 5 gennaio.


BIUTIFUL
Vi ricordate quando Elio Germano ha vinto il premio come miglior attore all'ultimo Festival di Cannes per La Nostra Vita? Ecco, era ex-aequo con Javier Bardem, per questo film. Un ritorno ad una produzione tutta spagnola, per lui ormai abituato ad Hollywood, e per l'altrettanto esportato regista Inarritu (risparmiatemi il nome completo). Quest'ultimo è qui alla sua prima prova in solitaria, in seguito all'abbandono, dopo Babel, dal fido sceneggiatore Guillermo Arriaga, emancipatosi alla sua prima (mediocre) regia: The Burning Plan. E quindi non è forse un caso che questa nuova fatica appaia subito radicalmente diversa dalle precedenti. Non c'è più l'intreccio fitto e articolato (figlio, per lui come per Thomas Anderson, del lavoro di Altman) del destino di diversi personaggi, come in Amores Perros o 21 Grammi, ma il pedinamento diretto e lineare di una sola drammaticissima vita. Io credo in un'evoluzione del suo cinema, o almeno, se non nella chiusura di una fase passata, nel folgorante diamante della sua carriera, come fu Il Lungo Addio per Altman.
I dubbi però restano, perché finora non ha mai scritto una sceneggiatura, e tolti i film sopraccitati, si è sempre e solo espresso con cortometraggi o spezzoni di film a episodi (Chacun son cinéma e 11 settembre 2001). Gustavo Santolalla alle musiche e Rodrigo Prieto alla fotografia (pollice su) e Guillermo del Toro e Alfonso Cuaron come produttori (pollice decisamente giù).

Staremo a vedere il 4 febbraio.

RANGO
Come forse saprete, sta per uscire un altro episodio della saga dei Pirati dei Caraibi, con le nuove entrate di Penelope Cruz e del bieco Ian McShane, a sostituire Orlando Bloom e Keyra Knightley (che spero si scriva così). Ma i cambiamenti si estendono anche alla regia, che stavolta sarà firmata da Rob Marshall (Nine, Chicago e Memorie di una gheisha... brrr...) e non più da Gore Verbinski (spero si scriva così anche lui). E allora che fine ha fatto il talentuoso regista di The Mexican, The Ring e The Wather Man? Semplice, ha arruolato l'ormai fido Johnny Depp come doppiatore, la sicurezza John Logan come sceneggiatore (ha scritto troppi film importanti da elencare, ma per fortuna l'hanno già fatto qui) ed è tornato a fare qualcosa che forse può finalmente rivaleggiare con il suo indiscusso capolavoro di delicatezza e raffinatezza: Un topolino sotto sfratto.
Esce il 4 marzo 2011
(Tra l'altro, la canzone che si sente in sottofondo è Roll Away Your Stone dall'ottimo album Sigh No More dei Mumford and Sons, il cui ascolto è, ovviamente, consigliato)


TREE OF LIFE
Terrence Malick, il Thomas Pynchon dei registi, ha partorito anche stavolta. Quinto film in quarant'anni di carriera, senza contare le sceneggiature o le produzioni per altri, che non bastano comunque a giustificare una tale lentezza, da imputarsi esclusivamente alla sua pignoleria e meticolosità. La rabbia giovaneI giorni del cieloLa sottile linea rossa e The New World non sono stati tutti capolavori, ma buoni film sì, eccome. In questo, come nel precedente, la fotografia è stata affidata ad uno dei migliori sulla piazza: Emmanuel Lubezki, e al montaggio hanno lavorato in cinque. Malick è il regista che si prende il suo tempo, dei film lunghi e lenti, del vento che carezza l'erba, delle immagini stupende e calibrate, dei grandi drammi... e che lavora solo con grandi attori. Ha sperimentato sempre nuovi generi, e questa è una storia familiare sul tempo, la crescita e la vita.
Bentornato.
Appuntamento al 27 maggio 2011 (in America)


Infine, per concludere, una chicca: Steven Spielberg e Peter Jackson che parlano di Tintin ("interpretato" da Simon Pegg) in un video per il festival del fumetto di Angouleme.
In fondo anche lui sta arrivando... e non vedo l'ora.

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