giovedì 11 novembre 2010

Chissà che ci sto a fare...

Una piega sinistra sta prendendo questo Blog! Tutti scrivono quel che gli pare, si passa drasticamente da argmento ad argomento, non c'è religione, non esiste legge. Allora? Musica, montagna, cinema... più cinema che altro, ahimè, più cinema e musica che montagna. Fan tanto povero quegli articoletti alpinistici, sparsi quà e la in un mare d'altro.... ma vabè, questo non mi abbatte, anzi, inorgoglisce più che mai dando vero conto al club. Un vero cuore solitario, butumla parei! No! Con il titolo alludevo a ben altro, proviamo a distaccarci un poco dal quadro montano e gettiamoci nella mischia, senza però dimenticarlo, consentitemene. Di musica si parla sempre molto, chi non ama la musica. Poco si dice però, su quella espressa solo dalle voci, la musica chiamiamola, "vocale". Ed è un peccato. Essa è spesso tesoro d'un universo dal sapore antico, che di nota in nota, di voce in voce, si esprime in semplici storielle e allegre favolette, a volte anche acide, ma con sempre un velo di poesia quale una voce ben impostata difficilmente non concede. In questo campo si destreggia, ormai da più di 56 anni, uno dei più significativi gruppi coristici della regione Piemonte. La "Camerata Corale La Grangia", seguita dal suo attentissimo maestro Angelo Agazzani, ripropone qualcosa di più del semplice canto di montagna; scava nella cultura popolare, fa riemergere un patrimonio musicale che risale sino all'antichissimo, la vera storia d'una terra graffiata dall' inconfondibile dialetto neolatino, ma che nelle sue varianti riesce a trovare una dolcezza necessaria per il canto. A dare il giusto senso alla questione, sono le indimenticabili esibizioni, durante cui il maestro s'impegna a presentare ogni brano con una accurata, ma anche simpatica e a tratti scanzonata, spiegazione culturale. Da non dimenticare inoltre la grande dedizione dietro ad ogni album, veri scrigni di informazioni, riportate su chiarissimi libretti che finiscono con il compensare pienamente il contenuto del CD. Tuttavia, la dannazione di questi complessi, pare davvero sia quella di rimanere, non dico nell'ombra, ma destinata ad un pubblico sempre più di nicchia, perchè sempre meno sono quelli che l'apprezzano, che ne riconoscono il sapore antico. Perchè sempre meno sono gli antichi. E allora dai, su, noi che siamo giovani, il futuro, più che mai dovremmo apprezzare, conoscere, ma soprattutto portare alle orecchie di tutti chi s'impegna a non dimenticare il passato, le tradizioni che hanno fatto la nostra storia. Ed è proprio con una storia, una favola, ora provo a solleticare l'interesse di chi ancora non ce l'abbia (non mi banalizzo con un canto, troppo facile, anche perchè possono essere tranquillamente sentiti in anteprima sul sito). Leggenda d'avventura e amorosa, un anziano narra di "Gioanin sensa paura", un ragazzotto coraggioso e pronto ad affrontare, aiutato dalle sue bestie, un drago a sette teste per la mano d'una bela fija. Vi ho annunciato fin troppo, lasciamo voce a chi ne sa senz'altro di più... buon ascolto! PS. Il racconto è estratto dal terzo CD dell'album raccolta "Cantè Martina, Cantè j'euv Vije". Per la traduzione visionare a seguire.
CAMERATA CORALE LA GRANGIA "Giovannino senza paura" da (Cantè Martina, Cantè J'euv Vije)
C'erano un ragazzo e una ragazza, erano mancati il papà e la mamma, così il ragazzo ha detto «Tu sei una ragazza, in giro per il mondo trovi difficoltà... io ho meno problemi!» Avevano una casa e una cavalla, ciò che avevano lasciato loro in eredità. Ha trovato un accordo. Le ha detto « Io vado per il mondo, a cercare vibilità... mi prendo la cavalla. A te lascio la casa e gli appartamenti, un giorno troverai un ragazzo che ti sposi». Questi i contatti di divisione dell'eredità. E quest'uomo è partito... con la sua cavalla s'è diretto in paesi vicini. Si capisce era per strada, era un tempo secco... come c'è adesso e si è coricato sotto un albero... era insonnolito. S'è coricato lì, lui e la sua cavalla. Nella notte s'è accorto dell'arrivo di un ombra. Evidentemente c'era la luna chiara... ha visto giungere un ombra e... non è che abbia avuto paura, ma neanche tanto piacere eh!!! Come si usa dire. E' arrivato un cane, un grosso cane. Gli ha chiesto: « Oh! Cosa fai quì?» Gli ha risposto : «Io sono Giovannino, sono giovannino senza paura! « Io invece sono "Forte come la montagna!» un cane che si chiamava "Forte come una montagna « e ho anche dei fratelli...» che erano li presenti, erano andati per là, in giro... "uno si chiama "Forte come il vento!" cioè che corre veloce come il vento! E l'altro si chiama "Trincia ferro!" ovvero uno che trancia il ferro con una cesoia! «Ohh... vi siete mica imbattuti bene, io sono un povero mendicante e possiedo soltanto questa cavalla... ho problemi a togliermi la fame da solo, altro che curarmi anche di tre cani» «Per questo tu non ti devi preoccupare! Perchè ti manteniamo noi!» Si vede che allora, gli animali parlavano.Allora s'è lasciato convincere. «Si si, se volete associarvi, però vi dico fin da principio vi do tutto quel che rimane dopo me e la bestia che ho appresso, anche se la bestia mangerà l'erba». Comunque si sono associati, giungono in un paese- stavano avvicinandosi quando si avvicina anche l'ora di far colazione- e Forte come il Vento, parte. Uno di quei cani parte. «Per la distanza che ancora c'è da queste paesi... andare a cercare colazione per voi animali così grossi e per me...» La cavalla aveva trovato l'erba. Mangiava ciò che trovava lì vicino. Forte come il Vento, parte ed è giunto dove c'era una compagnia o un battaglione... un raggimento di soldati che preparavano il pranzo... li c'era una marmitta di carne dentro che bolliva, il pranzo per questi soldati. Ho dato una zampa al cuoco che stava li vicino.... l'ha steso.... ha preso la marmitta con i denti. Quand'è giunto dove loro (Giovannino e i due cani) attendevano, sulla montagna, (il pranzo) bolliva ancora!! Era andato veloce! Proprio come si dice: "Veloce come il vento." Così la colazione è stata garantita. Giungono in un altro paese, cosa hanno combinato, chissà di cosa sospettano... l'hanno messo in prigione. Giovannino e la sua Cavalla. Nella prigione ci sono le porte di ferro!! Con i catenacci, i lucchetti e tutto ciò che ci deve essere... i cani non sono riusciti a prenderli... i cani sono andati sulla montagna. Quando ha ritenuto opportuno, Trancia Ferro è partito! «Va a liberare il nostro padrone- chiamiamolo così...».E' andato giù (nella prigione). Trancia ferro ha tranciato le sbarre e l'ha portato via. Passano in un paese... il paese era tutto tappezzato di nero! Lui a cavallo con i suoi tre cani. E chiede, s'informa dalla gente del paese, come mai tutto imbandierato di nero? «Ehh... dicono... oggi il drago deve diventare re di questo paese, di questa nazione. Il re deve dare sua figlia in sposa al drago altrimenti, il drago, mangerà tutto! Ammaza tutti...cioè farà massacri» « Ah si? Il drago delle sette teste!». Giovannino prende in considerazione questa cosa e dice «Voglio anche esserci io, quando arriva il drago! Si!» Quelli hanno detto il giorno e l'ora in cui doveva arrivare, e lui si è pure trovato li assieme alla folla. Ad un bel omento hanno sentito gran rumore... era il drago che arrivava...la ragazza l'hanno condotta sul suo passaggio, con gli occhi bendati da un fazzoletto doveva essere sacrificata al drago, insomma.. La gente, sentendo quel gran rumore, è fuggita temendo il drago... sai! Giovannino e i suoi cani si son messi lì, vicino, non molto distanti. Il drago, com'è giunto s'è seduto e ha detto «Oggi il re mi ha preparato cinque buoni bocconi, prima bisogna mangiarli!» Ma per il momento non li hai ancora mangiati, e son venuti dalla lite, giunti a una sfida e hanno attaccato battaglia. Lui (Giovannino) mi pare fosse armato di spada. Aveva dunque una spada! Come quella che ha una guardia del re.. quando aveva tentato altre volte a battagliare non era servita a nuolla contro il drago! Il drago faceva massacri! Ha iniziato a lottare (Giovannino) e gli ha tagliato tre teste! Anche ai cani ha detto «Veloce Come il Vento e Forte Come la Montagna, saltategli addosso!» In quel momento, lui, con la spada, gli tagliava tre teste. Il drago ha detto "Fermatevi un momento, fate un alt!" Ha chiesto una tregua... e poi han ripreso battaglia. Lo chiamavano "Il drago delle sette teste" e gli ha tagliato anche le altre... poi ha tolto la benda dagli occhi della ragazza, che naturalmente è stata contenta... Il re gli ha chiesto cosa poteva offrirgli... come ricompensa... adesso la sua nazuone, il suo dominio, non erano più sottomessi al drago e aveva solo da chiedere.Giovannino ha risposto «Io non chiedo altro che se lei la figlia) è d'accordo, fra un anno la prendo come sposa!» Cioè le lasciava tempo un anno per riflettere. Ha preso le sette lingue del drago, le ha messe nel fazzoletto che aveva bendato gli occhi della ragazza, ne ha fatto un pacchetto e se le è portati via. Questo fatto lo ritroveremo poi spiegato. Verrà poi... Ed è partito per continuare i suoi viaggi Ha avuto diverse avventure, cose diverse. Un anno dopo, puntualmente, si è ritrovato in quel paese. Il paese era tutto imbandierato a festa. Lui è tornato ad informare- non lo hanno riconosciuto su cosa stesse per accadere. «Eh già! Oggi si sposa la figlia del re. Sposa il guerriero che l'ha salvata un anno fa...» « Ah sì?!...» Giovannino ha ripetuto l'atteggiamento dell'anno prima « Bene, aspetto di vedere questo matrimonio e come andràn a finire» Ed è giunto il momento della cerimonia Giunto un guerriero tutto carico di decorazioni, di questo, di quello... e alora Giovannino s'è fatto avanti «Tu chi saresti?» « Io sono quello che ha ucciso il drago delle sette teste!» « Che cos'hai da far vedere, per dimostrarlo?» La ragazza- si vede che non lo riconosceva... l'aveva visto lì, solo una volta, comunque la cosa era stata combinata così (malamente) ed è andata a finire così «che cos'hai da far vedere?» «Eh... ho le sette teste del drago!» E aveva le sette teste del drago da far vedere... « Ah si? E le lingue?» «Ah, i draghi non hanno lingue!» Allora giovannino ha tirato fuori dalla tasca un fazzoletto. dentro c'erano le sette lingue! « tu hai preso le teste, ma le lingue le ho io! Che l'ho ucciso!» Poi si son fatte tante cerimonie, hanno celebrato le nozze e sfarzi e noi, che siamo quì dietro l'uscio non ci hanno offerto neanche una chiappa (spicchio) di pera.

2 commenti:

  1. Si ringrazia la diligenza (Bruno) per il supporto necessario a completare un articolo impegnativo.

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  2. Ti/Vi ringrazio per lo spazio concesso a LA GRANGIA. Debbono tuttirendrrsi conto che tralasciando le radici si favoriscono la catastrofi non solo della natura ma anche dello spirito.
    Un Abbraccio. Angelo Agazzani

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