martedì 2 novembre 2010

Illusioni



Recensione: da leggere OVVIAMENTE dopo aver visto il film


L'illusionista è un film di Sylvain Chomet, tratto da una sceneggiatura originale di Jacques Tati, uscito nei cinema italiani venerdì 29 ottobre. Fin qui bastava leggere la locandina, andiamo oltre. Jacques Tati è stato uno dei più importanti registi e attori francesi di tutti i tempi, autore di un cinema originale e immediatamente riconoscibile. Ha portato l'arte mimica nel mondo del sonoro, proponendo una commedia garbata e raffinata, dai toni solari e mai volgare. Come Chaplin si esprimeva nel personaggio di Charlot, lui indossava i panni di Monsieur Hulot, mani sui fianchi, pipa e caratteristico berretto. I suoi film più importanti sono Giorno di Festa, Le vacanze di Monsieur Hulot, Mio Zio (che vinse l'oscar come miglior film straniero nel 1959) e soprattutto Tempo di Divertimento. Morì il 5 novembre del 1982, a Parigi. Sua figlia Sophie, che aveva lavorato ai suoi film come montatrice, ha trovato al Centre National de la Cinématographie di Parigi una sua vecchia sceneggiatura rimasta incompleta. L'unico modo per far rivivere suo padre era trasformarlo in un cartone animato, un personaggio composto da sogno e fantasia, com'era stato vicino ad essere lui nei suoi film. Così si è affidata al migliore in quel campo, in Francia, Sylvain Chomet, regista di Appuntamento a Belleville e di uno degli episodi di Paris, je t'aime. Il risultato è splendido.
La storia è ambientata negli anni '50, e vede protagonista un illusionista francese la cui carriera è in declino. I gusti del pubblico sono cambiati, ora i palchi spettano alle rock band isteriche. L'illusionista si muove timido e garbato, in punta di piedi, in un mondo di spacconi e sfruttatori. Gira per i teatri, le feste ed i bar, come intrattenitore di pubblici distratti, zotici e ubriachi. Un giorno affronta una lunga trasferta per esibirsi in un pub, in un piccolo paese della Scozia, dove stringe una particolare amicizia con l'ingenua ragazzina che vi lavora, Alice. Lei crede che le sue magie siano reali, e rimane colpita dalla gentilezza dell'uomo. Al suo ritorno in Francia lo segue, e vive con lui, che se ne prende cura come un padre. La vita scorre in un hotel fatiscente, popolato da un clown con tendenze suicide, un ventriloquo che soffre la solitudine, ed un trio di acrobati gemelli. L'illusionista prova a fare soldi lavorando, con effetti disastrosi e grotteschi, ma le cose vanno sempre peggio, e non basta l'entusiasmo di Alice a migliorare le cose. Lei crescerà e troverà l'amore, lui libererà il suo bistrattato coniglio fra i suoi simili, e lascerà la città dopo un'ultima nota ad Alice: la magia non esiste. Un finale amaro, triste, impossibile per un film americano.
Chomet realizza un film d'animazione (quasi) muto, popolato dalle bellissime musiche che lui stesso ha scritto. Il più delle volte questo espediente è motivato dall'incomunicabilità fra l'illusionista ed Alice, che parlano due lingue diverse. L'unico vero messaggio che si scambiano è quello finale, scritto su un biglietto di carta. La cinepresa è sempre fissa, in campi lunghi o totali, o al limite figure intere. Il ritmo è scandito da un montaggio perfetto, che lascia giustamente godere delle immagini più belle partorite dalla matita dello stesso regista. Fa quasi tutto lui, tranne che giocare con il personaggio principale, che è in ogni gesto Jacques Tati. La sua presenza non si limita ad aleggiare nel corpo disegnato dell'illusionista, ma compare in una meravigliosa scena dentro un cinema, chiamato non a caso Cameo. Chomet dedica il film a Sophie Tatischeff, perché la storia al di là di tutto parla del rapporto padre-figlia, e molti significati nascosti sbocciano con l'ultima immagine rivelatrice. Il suo messaggio è che la magia stessa è un'illusione, così come il cinema, capace di riportare in vita qualcosa che non c'è più, ma soltanto per finta. 
Questo film è una poesia visiva, che non ha bisogno di parole, ed è il miglior omaggio che potesse essere fatto alla figura di Tati. Ma se riuscite a vederlo nella vostra città approfittatene, è un miracolo.

Ah giusto... il trailer

Nessun commento:

Posta un commento